Di Marco Passarella
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In questo articolo parliamo della prima puntata di “Sfatiamo i miti di Scrum”, la serie di webinar di Agile Made in Italy nata per tutti gli agilisti che stanno utilizzando il framework Scrum, ma incontrano difficoltà ad applicarlo concretamente e si stanno chiedendo come migliorare il loro approccio alle metodologie Agile, e in particolare all’utilizzo del framework Scrum.
Nel corso del webinar ho avuto il piacere di conversare con tre membri di Agile Made in Italy che hanno condiviso le loro esperienze: Alessandro Ingrosso, Agile Coach e Trainer con esperienza decennale nella collaborazione con importanti aziende italiane di formazione e settore IT; Riccardo Ciocci, Scrum Master e consulente presso la società di consulenza BIP Spa, che ha introdotto i concetti di Agile e Scrum in diverse aule e ha scritto articoli su argomenti correlati; e Sabrina Laterza, ex filosofa e marketer digitale, che attualmente lavora come Scrum Master presso l’azienda Progetti e Soluzioni Spa.
Ci siamo chiesti subito a che punto siamo con l’Agile? Abbiamo menzionato la sedicesima edizione del report “State of Agile”, un rapporto indipendente che fornisce dati sullo stato e l’andamento dell’Agile a livello globale, grazie ai dati provenienti da interviste a oltre 3200 Agile coach o scrum master.
L’89% degli intervistati ha espresso l’importanza dei valori centrati sulle persone e della leadership per ottenere benefici dall’approccio Agile. Inoltre, sottolinea come l’utilizzo delle pratiche agili migliori la collaborazione, l’allineamento con gli obiettivi aziendali e l’ambiente di lavoro. Infine, si è menzionato che Scrum è la pratica più adottata a livello mondiale, utilizzato da 9 su 10 intervistati. Kanban è risultato essere la seconda pratica più diffusa.
Abbiamo dato uno sguardo anche a ciò che non sta funzionando bene: cultura, leadership e coerenza sono le tre sfide fondamentali. È emerso che spesso la leadership non comprende appieno l’Agile o addirittura mette ostacoli alla sua adozione. Altre sfide includono la mancanza di priorità chiare, la mancanza di una comprensione adeguata da parte dei team riguardo a cosa significhi Agile e come intraprendere il percorso correttamente.
L’Agile non è qualcosa che le aziende colgono intuitivamente. I coach e i consulenti Agile, ma anche gli scrum master che stanno lavorando per espandere l’adozione di Agile, devono continuare a lavorare per assicurarsi che il management e i team di lavoro cross-funzionali capiscano cos’è l’Agile e come influirà sul loro lavoro, poiché la statistica annuale mostra la necessità di migliorare la comprensione dell’Agile da parte delle aziende.
Dopo questa panoramica generale sullo stato dell’Agile, l’incontro è entrato nel vivo dei miti di Scrum. Il primo mito che abbiamo preso in considerazione è “Basta vedersi ogni giorno per fare Scrum”. Capita frequentemente di incontrare persone orgogliose perché hanno iniziato a vedersi ogni giorno e sono centrate sulle cerimonie e su quello che è scritto nella guida Scrum. Ma questo da solo non basta. Sarebbe un po’ come andare ogni giorno in palestra senza usare nessun attrezzo e aspettarsi di mettere su massa muscolare o dimagrire. Abbiamo sottolineato come sia importante approfondire il contesto e comprendere che Scrum non è una soluzione magica per garantire consegne perfette e puntuali. Scrum non può compensare problemi strutturali o di pianificazione all’interno di un progetto.
Sebbene gli eventi Scrum vengano eseguiti regolarmente, potrebbero mancare la sostanza e il valore che dovrebbero fornire. L’aspetto formale delle pratiche agili può essere fuorviante se la sostanza e il mindset dietro di esse non sono presenti. Abbiamo ascoltato un’esperienza personale in cui un progetto è stato avviato seguendo le pratiche Scrum, ma il prodotto e le sue funzionalità erano già prestabilite e non richiedevano ispezioni, adattamenti o feedback continui. Questo ha portato a una situazione in cui gli eventi Scrum venivano eseguiti solo perché era richiesto, senza fornire il valore atteso. L’applicazione di Scrum richiede un mindset centrato sulle persone, il soddisfacimento del cliente e il valore che si intende offrire. Due segnali importanti per valutare se un progetto sta andando verso una direzione Agile sono la necessità di sperimentare e l’importanza dei feedback. Se un progetto è completamente pianificato e non richiede sperimentazione o feedback, allora potrebbe non essere necessario applicare Scrum. È importante considerare la complessità del contesto e adattare il mindset di conseguenza. Gli eventi di Scrum sono solo una rappresentazione visibile di tale mindset e non possono garantire il successo di un progetto se la sostanza e il contenuto non sono presenti. Questo mito perciò ci ha fatto considerare l’importanza del mindset e della cura delle persone come base per l’applicazione efficace di Scrum.
Il secondo mito di cui abbiamo discusso è “Scrum consente di consegnare tutto e in tempo”. Questo mito è spesso alimentato da una mentalità di pushing dei requisiti all’interno dello sprint, senza considerare la creazione di valore e l’importanza dei feedback.
Lo sprint goal non può essere l’obiettivo di completare tutte le cose prese in carico durante lo sprint, altrimenti diventa micro waterfall e tutto perde di senso. Lo sprint è un’opportunità per fare un tentativo di creare valore, sperimentare e apprendere. È importante comprendere che Scrum è incentrato sulla creazione di valore e non sull’output numerico di caratteristiche o ticket risolti.
Durante questa conversazione è arrivata una domanda proveniente da LinkedIn riguardante l’aggiunta di requisiti non concordati durante lo sprint. Si è evidenziato che la risposta dipende dalla definizione delle user story, dai criteri di accettazione e dalla comunicazione con il cliente. È importante coinvolgere il cliente o il business per chiarire se la richiesta aggiuntiva è effettivamente un’aggiunta o un requisito mancante. Questa è stata l’occasione per ribadire l’importanza di coinvolgere il cliente per comprendere le sue esigenze e valutare l’aggiunta di requisiti non previsti. Il confronto e la negoziazione sono essenziali per gestire queste situazioni in modo efficace.
Spesso si sente dire: “lo scrum Master deve essere uno sviluppatore”. Abbiamo perciò discusso dell’importanza di comprendere le competenze e il ruolo dello Scrum Master al di là delle capacità tecniche.
Il ruolo dello Scrum Master va al di là delle competenze di sviluppo software. Lo Scrum Master deve concentrarsi sulla comunicazione efficace con il team, sulla gestione dei conflitti, sulla creazione di un ambiente di sicurezza psicologica e sul supporto alla padronanza del team. È un ruolo che richiede una visione d’insieme, competenze di facilitazione e la capacità di far emergere soluzioni attraverso domande potenti.
Abbiamo condiviso un esempio personale di un’esperienza come Scrum Master senza conoscenze tecniche approfondite. Anche in questo caso il focus deve essere sulle persone del team e sulla creazione di fiducia, piuttosto che risolvere direttamente i problemi tecnici. Abbiamo ribadito che Scrum può essere adattato a diversi ambiti e che il vero sviluppo professionale come Scrum Master consiste nel focalizzarsi sulle persone e non solo sulla soluzione del problema.
Infine, abbiamo accennato alla domanda frequente su cosa faccia lo Scrum Master durante il resto del tempo, sottolineando che il ruolo dello Scrum Master va oltre le attività di planning, daily stand-up, review e retrospective, e che è importante non sottovalutare le competenze richieste per facilitare il team in modo efficace.
Nell’ultima parte del webinar abbiamo affrontato alcune domande dei partecipanti. Una di queste ha riguardato come dovrebbe comportarsi uno Scrum Master quando si trova a dover affrontare compromessi forzati che portano a un modello ibrido di Scrum ed esecuzione.
Abbiamo sottolineato che Scrum è un mindset e non una metodologia rigida, e che ciò che conta è il valore e l’agilità del team, piuttosto che aderire rigidamente a quanto scritto nelle guide. Ogni persona ha la propria idea di cosa significhi Agile, e il ruolo dello Scrum Master è quello di essere un agente di cambiamento, aiutando le persone a sviluppare la loro consapevolezza e conoscenza gradualmente.
Un modello ibrido può sicuramente emergere e se sta funzionando, se porta risultati e le persone sono motivate, potrebbe non essere necessario forzare un approccio diverso. Al contrario, si può costruire intorno a ciò che sta emergendo e che funziona, e sperimentare eventualmente in seguito.
Spesso le divergenze sull’agilità derivano dalle diverse interpretazioni individuali del concetto. È importante allineare le diverse visioni e interpretazioni all’interno dell’organizzazione per evitare conflitti e favorire una comprensione condivisa di cosa significa essere agili.
L’ultimo mito della serata ha riguardato l’idea di cross funzionalità nei team e dei miti ad essa associati. Si afferma spesso che tutti i membri del team devono saper fare tutto, ma in realtà spesso si richiede l’aiuto di team esterni per competenze specifiche. Ciò può creare un disequilibrio nel lavoro e generare frustrazione tra i membri del team. Abbiamo commentato che la cross funzionalità vera e propria si raggiunge quando il team ha un’ampia gamma di competenze e quando c’è un’effettiva collaborazione e scambio di conoscenze tra i membri. Tuttavia, ciò può essere ostacolato dalle politiche e dalla cultura organizzativa che valutano le performance individuali solo in base al proprio lavoro anziché alla condivisione delle conoscenze. La soluzione è promuovere la formazione e la condivisione delle competenze all’interno del team, anche a discapito della velocità di consegna. La velocità, infatti, non dovrebbe essere l’unico obiettivo da perseguire, ma piuttosto la qualità e la crescita complessiva del team.
Questo primo incontro è stato un grande successo, ha fatto emergere contenuti molto attuali e ha spinto numerosi partecipanti ad entrare nel vivo della discussione e a proporre spunti nuovi, incoraggiando noi di Agile Made in Italy proseguire con questi incontri per sfatare altri miti.
Se anche tu hai in mente delle convinzioni errate su Agile e Scrum che vorresti approfondire, proponi il tuo mito! Scrivimi all’indirizzo m.passarella@agilemadeinitaly.com e capiremo insieme come inserirlo nei prossimi momenti di incontro.
A presto con altri miti di Scrum!
Sfatiamo altri miti di Scrum – #2
Sfatiamo nuovi e altri miti di Scrum – #3